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L’ Abuso Sessuale: Aspetti Giuridici E Psicologici
- luglio 11, 2016
- Posted by: ggimmyy
- Category: Abusi Sessuali
Proprio perché ciascuno di noi ha solitamente un ricordo magnifico, dolce e confortante delle coccole ricevute durante l’infanzia, risulta così doloroso e terrificante sapere che esistono adulti che usano le proprie mani per deturpare, infangare e degradare il corpo dei minori affidati alle loro cure. Eppure, in tutto il mondo i bambini continuano ad essere vittime di persone alle cui cure vengono affidati e che utilizzano la propria posizione autorevole e potente per infangare il corpo dei più piccoli. Esiste un universo sommerso fatto di persone che si infiltrano nel mondo dei bambini, proprio laddove dovrebbero esistere degli adulti migliori, quelli più capaci e competenti, quelli in grado di sintonizzarsi con i bisogni profondi dei soggetti in età evolutiva, e utilizzano la propria posizione ‘autorevole’per commettere abusi sull’infanzia, di ogni natura, non solo sessuale.E’ un dato di fatto che la pedofilia esisteva già nel passato, ma non è certo una prova a dimostrazione della sua legittimità. Nei secoli passati, era anche diffusa l’usanza di abbandonare in strada e nei boschi i bambini non desiderati, di picchiarli e punirli duramente, per renderli sottomessi, di far loro fare lavori pesanti e insalubri; eppure oggi si ritengono improponibili questi sistemi, e si dedica una maggiore attenzione a quelli che sono gli aspetti psicologici della relazione adulto-bambino. Tuttavia gli scenari della cultura odierna, rispetto al passato, hanno contribuito a favorire un’enorme diffusione e amplificazione dei mezzi di comunicazione di massa: basti pensare a internet e alla circolazione da un paese all’altro di cassette pornografiche, a volte sadiche e crudeli. Di nuovo c’è anche in vari paesi extraeuropei, un fiorente turismo sessuale per occidentali e giapponesi benestanti in cerca di trasgressioni, da cui traggono vantaggio non soltanto gli sfruttatori, ma tutta una rete di persone che ruotano attorno a quel traffico, come tassisti , portieri d’albergo ,gestori di locali, tour operator, editori di varie riviste specializzate, realizzatori di videotape ecc.. Il fatto che l’abuso sessuale non colpisca gravemente il 100% dei bambini non diminuisce la gravità di questo male né la necessità di considerarlo una priorità nella progettazione dei sistemi sanitari, sociali e legali delle nostre comunità.
Anche se la maggior parte delle vittime d’incidenti stradali potessero uscirne senza alcun danno, rimarremmo comunque dell’opinione che gli incidenti stradali devono essere prevenuti. La sessualità ha senza dubbio una valenza positiva. Ad ogni modo, che il sesso possa essere usato come un’arma per colpire o dominare è altrettanto deplorevole. Rispetto agli adulti i bambini sono deboli, non possono difendersi e se una adulto decide di abusare di loro spesso non possono fare altro che subire in silenzio e sempre in silenzio imparano a conviverci. Con-vivono, cioè ‘vivono con’ le ferite invisibili che un evento di tale portata genera nel mondo emotivo e affettivo di chi si trova ad essere usato, manipolato, degradato da chi ha più potere, più controllo, più forza. Molte volte questi bambini vittime d’abuso, restano in silenzio, un silenzio che vuole nascondere un reato subito come se fosse una colpa, commessa in prima persona.In questo modo la vittima diventa la migliore alleata del proprio carnefice,che potente e indisturbato perpetua il proprio misfatto più volte sulla stessa vittima, e poi su altre ancora, in uno slalom indisturbato tra una giustizia che molto spesso non funziona, una scuola che non sa farsi carico, una famiglia dove la parola sessualità genera ancora rossori, paure e sensi di colpa.Convivere con questo dolore, per le vittime d’abuso, significa articolare un’esistenza intorno ad un evento così doloroso, che trasforma la vita in un percorso ad ostacoli, dove tutto può costituire una minaccia, un’offesa,un richiamo a quel momento dove il mondo si è fermato. Come sostiene lo psicologo Mark Schwartz l’abuso sessuale preme tutti i pulsanti che generano confusione. ‘E’ un po’ più facile da elaborare quando chi ti aggredisce non è una persona amata e lo stimolo non risulta contemporaneamente doloroso e piacevole. C’è una parte di te talvolta apprezza l’attenzione,che sente che qualcuno ti vuole veramente bene. Al tempo stesso, c’e la violenza sessuale. Il cervello riesce assolutamente a integrarla con la convinzione che i genitori e gli adulti in generale) dovrebbero proteggerti e tenerti al sicuro. Quindi rimane nel corpo, non metabolizzata. E tutto quello che il corpo non riesce a metabolizzare deve riprodurli o a qualche livello.’( Strong M., 2000, Un urlo rosso sangue, Frassinelli Editore, Milano)E’ ora di dire basta a questa strage di innocenti, ancora troppi bambini sono costretti a diventare grandi celando nel cuore il loro segreto,troppo sporco per sentire che hanno diritto ad una vita pulita.
E’ fondamentale che la nostra società riconosca questo male ed agisca per prevenirlo, altrimenti rischiamo di considerare i bambini abusati solo come vittime e non come esseri che possono reagire e superare il loro trauma,bisogna adoperarsi per progettare piani d’azione per prevenire quest’offesa all’innocenza dei bambini, ed al loro diritto di crescere sani e sicuri.
LE CONDIZIONI DELL’ABUSO
Ad ogni modo,il fenomeno dell’abuso, necessita di una premessa relativa a quelli che possono essere i fattori e le variabili che caratterizzano il fenomeno stesso e il conseguente vissuto traumatico nella vittima.Il fenomeno per essere maggiormente compreso, va in un certo senso scisso,in due sottostanti aspetti, relativi ai fattori predisponenti che concorrono alla determinazione di tale fenomeno, e ai fattori di mediazione che modificano in qualche modo e alterano la situazione fino ad aggravarla ulteriormente. E’ necessario fare una premessa ed analizzare le caratteristiche di personalità e i fattori collegati con la figura dell’autore dell’abuso. Inoltre, vanno considerati i fattori individuali, come la salute fisica,psicologica e mentale dei due attori: vittima e autore. Non bisogna tralasciare in quest’analisi nemmeno lo studio di quelle che sono le caratteristiche relative alla personalità della vittima, come: la percezione delle esperienze infantili e i vissuti collegati, le pratiche educative,la tolleranza alla frustrazione, le capacità di problem solving, la soglia di tolleranza allo stress,il livello di autostima e l’immagine di sé.Il concetto relativo al locus of control, si riferisce alla tendenza del soggetto ad attribuire i risultati ottenuti alla propria responsabilità e alle proprie capacità (in questo caso si parla di locus of control interno),o piuttosto ad eventi e fattori esterni ( locus of control esterno )E’ necessario esaminare inoltre altri aspetti, alcuni relativi ai nuclei familiari relativi ad entrambi. Bisogna considerare le interazioni che intercorrono tra i membri,i ruoli, le regole presenti,il clima familiare-emotivo sottostante, i confini definiti o meno del nucleo familiare stesso. L’analisi del fenomeno non deve tralasciare nemmeno quello che è l’ambito sociale, e quindi le condizioni socioeconomiche, ll livello d’integrazione sociale ottenuta, il genere di cultura vigente e sottostante all’ambito in cui avviene l’abuso (Petruccelli,2002). Molti pedofili, per giustificare i loro atti, affermano che i bambini non sono delle vittime, ma dei partner consenzienti e complici. Anche nei casi in cui il minore manifesti partecipazione e consenso,bisogna però considerare che tra un adulto di normale intelligenza e un bambino non c’è mai una condizione di parità, in quanto l’uno ha più esperienza dell’altro: una più vasta conoscenza delle cose del mondo e una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle proprie e delle altrui iniziative. Ecco in sintesi i fattori che consentono di considerare abuso e iniziative erotico-sessuali di un adulto nei confronti di un minore:Assenza di un reale consenso- Il bambino non ha precedenti esperienze di ciò che gli viene proposto.- L’adulto conosce i limiti impliciti in taluni comportamenti e le conseguenze che ne possono derivare. Disuguaglianza tra i partner- Ci sono differenze evidenti d’età, di dimensioni fisiche, di sviluppo intellettuale- Il partner più anziano ha un ruolo di potere o di controllo ( è genitore,insegnante ecc’) e gode di maggiore credibilità rispetto al partner più giovane di fronte alla società, alla famiglia ecc’- Vi sono differenze legate al ruolo sociale: l’uno è responsabile del lavoro dell’altro, dei compiti scolastici, altro Costrizione- Comunicazione e sentimenti vengono manipolati da colui che ha maggiore esperienza. Ci sono ricatti e imbrogli.- L’adulto minaccia di interrompere la relazione o promette di potenziarla.Intimidazioni e minacce o si costringe ‘fisicamente’ l’abusato anche con il ricorso alla violenza fisica o alle armi.
L’ABUSO SESSUALE IN AMBITO GIURIDICO
Nel codice penale il reato di violenza sessuale viene definito ‘costrizione a compiere o subire atti sessuali (609 bis del codice penale). La legislazione italiana nel campo della pedofilia e della violenza sessuale è stata oggetto di numerosi interventi negli ultimi anni. Con la legge del 15 Febbraio 1996 n 66. viene ridisegnata l’intera materia stabilendo che la violenza sessuale è un reato contro la persona e non più contro la morale. Inoltre, con la riforma del “96 viene data particolare attenzione all’ipotesi di sessualità con soggetti minori d’età, prendendo in considerazione anche l’ipotesi in cui la violenza sia assente, e quindi il rapporto avvenga L’art. 609, ha introdotto un nuovo reato riguardante gli atti sessuali con minorenni, includendo la pena di reclusione per chi compie atti sessuali con minori di quattordici anni, o minori di sedici, quando tra il colpevole e il minore intercorrono particolari rapporti di parentela o di convivenza. In questo caso, la norma presume l’incapacità del minore ad una consapevole prestazione di consenso al compimento di atti sessuali per cui il suo assenso a tali comportamenti non ha alcuna rilevanza( Grimaldi, De Curtis, 2000) La legge del 15 Febbraio 1996 n. 66 sulla violenza sessuale stabilisce che ‘chiunque con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. La stessa pena viene applicata a chi induce una persona a compiere o subire atti sessuali: 1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto 2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito altro persona.Inoltre con l’art. 609 ter sono previste delle circostanze aggravanti: La pena della reclusione è di dodici anni se i fatti di cui all’art. 609bis sono commessi: 1) Nei confronti di una persona che non ha compiuto gli anni quattordici; 2)con l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o da altri strumenti o sostanze gravemente lesive 3) da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio4) su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale 5)nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni sedici della quale L’art. 609 quater ( atti sessuali con minorenni ) recita: soggiace alla pena stabilita dall’art. 609 bis chiunque, compie atti sessuali con persona che,al momento del fatto: 1) non ha compiuto gli anni quattordici; 2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura,di educazione, di istruzione, di vigilanza, il minore è affidato o che abbia,con quest’ultimo, una relazione di convivenza. Quest’articolo è stato introdotto per dare rilevanza penale agli atti sessuali non violenti commessi ai danni dei minori.
L’ABUSO SESSUALE IN AMBITO PSICOLOGICO
La psicologia considera abuso sessuale ogni azione di tipo sessuale nei confronti di un individuo non consenziente o che non abbia raggiunto un grado di maturazione psicologica e cognitiva tale da poter essere consapevole di ciò che sta accadendo. Gli atti di abuso o di aggressione comprendono rapporto sessuale, sodomia o penetrazione anale, contatto bocca- genitali,carezze, masturbazione, penetrazione con e dita o manipolazione ed esibizione. L’abuso sessuale sui bambini comprende, secondo Rogers e Taylor l’incesto,lo stupro, la sodomia, i rapporti con i bambini, pratiche o comportamenti omosessuali indecenti e libidinosi con bambini : fare fotografie indecenti a bambini e incoraggiare bambini a prostituirsi o a guardare materiale pornografico (Rogers e Taylor,1999).
In un’ulteriore classificazione, gli atti di abuso sessuale vengono distinti in tre categorie: aggressione, incesto e sfruttamento intendendo con quest’ultimo la prostituzione e la pornografia. Il punto di vista adottato dalla psicologia non tiene conto della distinzione tra violenza sessuale, gli atti sessuali sui minori, lo sfruttamento sessuale ecc’ Questa posizione, in un certo senso ritiene che un abuso sessuale può avere una connotazione violenta come non averla.Inoltre il punto di vista psicologico differisce da quello giuridico anche nella considerazione dell’importanza dell’età della vittima. La legislazione parla di violenza sessuale con minori operando una netta distinzione dell’età della vittima per determinare le aggravanti della pena,la psicologia non adotta questa rigida distinzione, ma parla di minori prepuberi e puberi per distinguere la tipologia dell’autore del reato e quindi per operare la distinzione circa il fatto che possa essere considerato un pedofilo o un autore di abuso sessuale sui minori. Un’altra differenza sostanziale è che la legislazione si occupa solo di comportamenti agiti,ovvero di atti sessuali, mentre la psicologia indaga anche le fantasie dell’individuo, sia che si traducano in un comportamento, sia che restino tali. Un’ultima importante distinzione riguarda la rilevanza data dalla psicologia a tutte quelle che sono le parafilie sottostanti a dei comportamenti che hanno, in parte una rilevanza su un piano legislativo. Le tipologie di abuso sessuale in quest’ottica vanno valutate anche rispetto alla relazione esistente tra vittima ed autore, in quanto elementi importanti per valutare le conseguenze sulla vittima e le sue risorse per elaborare il ‘ trauma ‘( nel momento in cui si verifica),la personalità dell’autore e il suo eventuale recupero.( Petruccelli F, Petruccelli I,2004).
CONCLUSIONI
Le differenze tra ambito giuridico e ambito psicologico, in materia d’abuso sono piuttosto rilevanti La prima è costituita dal fatto che il diritto parla di reati, cioè prende in considerazione unicamente le azioni, gli atti, mentre la psicologia dà la stessa rilevanza sia ai comportamenti che alle fantasie, le quali possono ovviamente non avere alcun riscontro con un comportamento agito. Per reato si intende un atto giuridico contemplato dal nostro codice, un atto volontario e libero, stabilendo in tal modo che non può essere punito chi non era capace d’intendere di volere al momento del fatto. Inoltre,mentre il diritto compie una distinzione tra quella che viene denominata
violenza sessuale e quello che viene definito atto sessuale con minori e lo sfruttamento minorile attraverso la prostituzione, la pornografia, i viaggi turistici relativi alla prostituzione minorile, la psicologia racchiude tutte le categorie in un’unica definizione, quella di abuso sessuale ( PetruccelliF., Petruccelli I , 2004). Paragonando ancora il diritto con la psicologia, si vede che mentre il primo parla di reati sessuali (violenza sessuale, atti sessuali con minori, sfruttamento sessuale ecc,..) la seconda parla di parafilie. Per il modello giuridico, infatti, esiste il reato denominato violenza sessuale, per il modello psicologico esiste la parafilia del sadismo sessuale, ma il sadismo sessuale e la violenza spesso non coincidono. Inoltre, per il modello giuridico, un reato se commesso ai danni di un minore,viene chiamato ‘atto sessuale con minorenne’ ed è un reato in cui non è presente violenza, per quello psicologico lo stesso atto viene denominato pedofilia,ma può non essere un atto sessuale con un minore. Ulteriori differenziazioni sono costituite dal fatto che: la legislazione parla di violenza sessuale con i minori operando anche una distinzione per quanto riguarda l’età della vittima,e per determinare le aggravanti della pena, la psicologia parla di minori prepuberi e puberi per distinguere la tipologia dell’autore di reato e quindi per operare la distinzione circa il fatto che possa essere considerato pedofilo o autore d’abuso sessuale sui minori. Per quello che riguarda l’autore di reato sui minori,si vedrà poi che non sempre è considerato un pedofilo. Raramente la personalità pedofilica ha caratteristiche di violenza fisica; ciò nonostante possono esistere in associazione pedofilia e violenza.In conclusione, si può affermare che le differenze circa il diritto e la psicologia, oltre ad essere determinate dal diverso modello epistemologico,sono determinate dalle finalità differenti che lo caratterizzano. Per quello che concerne l’abuso sessuale, la psicologia studia quelle che sono le parafilie sottostanti a comportamenti che hanno anche un peso a livello legislativo,e tratta le tipologie di abuso sessuale ponendo attenzione sia alla vittima che all’autore e alle relazioni esistenti tra essi,che sono elementi importanti per valutare le conseguenze sulla vittima e quelle che sono le sue possibilità di superare il trauma (qualora ci sia stato), la personalità dell’autore ed un suo eventuale recupero, e tutti gli interventi pianificabili al fine di prevenire gli atti di abuso sessuale.